Sotto le macerie di una regione oramai distrutta dal “magna magna” generale batte un cuoricino creativo, quello del calabrese. Di tanto in tanto viene fuori qualche nome, ma in punta di piedi: qualche scrittore, qualche medico di fama mondiale che per ovvi motivi lavora negli States ,qualche superprocuratore…..
Quando si parla di Calabria si pensa al mare, al cibo ma ci sono anche delle teste, parlo di teste perché alcuni cervelli sono fuggiti altrove sui pullman che oramai hanno quasi sostituito il servizio ferroviario. Ciò che ha fatto nascere questo articolo è stato vedere una timida cinematografia cercare di farsi largo. E’ il cinema dei corti, medi e lungometraggi……..perchè la quantità non è sempre sinonimo di qualità. Il 15 gennaio è stato proiettato e ovviamente poco pubblicizzato il medio metraggio “Liquirizia, le tue radici”, prodotto da un’associazione culturale di Rossano Calabro (Cosenza) e diretto dal regista e sceneggiatore cosentino Renato Pagliuso. Il prodotto è incentrato sulla storia vera di un vivace ragazzo tunisino, Abdul, soprannominato Liquirizia perché goloso di radici nere e su un’infanzia passata a vendere accendini ai semafori di Rossano Calabro, (precisamente in Contrada Frasso), nella zona dove sorge fabbrica e museo Amarelli dal 1731. Il bambino interpretato da Sohaile Dine si vede sempre con il suo legnetto in bocca raccolto nelle campagne, ed è proprio nelle campagne, nella terra che comincia il suo processo di integrazione . Rossano, deve il suo nome al colore della sua terra, rossa, questo permette ad Abdul di accostarla a quella del suo paese natale: nasce un’identificazione. Il finale è inaspettato.
I due protagonisti: Sohaile Dine e Vincenzo Sapia |
Dalle scene di vita quotidiana, dalla ricerca di un senso di appartenenza ad un nuovo paese passiamo ad un giallo psicologico. Parliamo di Pierfrancesco Laghi e del suo lungometraggio “Gli uomini uccidono”.
Anche in questo caso parliamo di una produzione locale, low coast, finanziata in parte dal comune di Castrovillari (Cosenza) , dalla provincia di Cosenza e da sponsor privati. Investimento insolito per un comune….ancora di più se è del sud Italia, che sia un segnale di rinnovamento dopo tanto vecchiume? Il giallo ricostruisce i delitti di un serial killer e presenta il male come essenza fisica, condizione che influenza l’uomo a livello sociale. Girato tra i paesi di Castrovillari, Morano, Sibari e Gizzeria, il lungometraggio ci presenta una cupa visione della realtà sociale, con suspense, allucinazioni e riscatto sociale. Pierfrancesco Laghi dichiara di voler continuare a investire nella sua terra per dare opportunità ad eccellenze e talenti inespressi.
Andando indietro di qualche anno ritroviamo il vincitore del concorso “In corto 2004”, è il documentario "Chora", realizzato da Lorenzo Adorisio e Giuseppe Capoano ,due artisti di Cirò Marina (attuale nome di Chora) :un ragazzo scopre che la terra in cui viveva sua nonna rimane immune allo scorrere del tempo. Il prodotto rientra in un progetto di studio della pronuncia italiana e viene proiettato al Museo della cinematografia di Dusseldorf (gestito da italiani) contornato da dibattiti su colori e costumi del dialetto, sul senso di nostalgia che accompagna coloro che sono emigrati. Uno dei due autori, G. Capoano ha esposto anche una sua mostra di dipinti fatti con il caffè, opere dal taglio fotografico (tra le sue opere anche un ritratto di Carmine Abate – scrittore). Dell’evento si è occupato l’Istituto di cultura Francese di Dusseldorf, quello di Romanistica e Radio Colonia……ma noi qui in Italia ne sapevamo qualcosa?
Mi auguro che produzioni come queste possano avere un pubblico nazionale oltre che locale perché senza dimenticare i nomi storici calabresi si avverte proprio un bisogno di novità e di farsi sentire.
Si pensa che il fermento creativo e culturale nasca nelle città più grandi ma non è sempre così. Soveria Mannelli un paese credo sconosciuto anche da molti calabresi vanta un’attiva casa editrice dalle scelte molto raffinate, inoltre è stato definito come il paese più tecnologico d'Italia. Lo scrittore di Carfizzi (KR) Carmine Abate, già vincitore del premio Oscar Mondadori sta inanellando una serie di successi, l’ultimo è “Vivere per addizione e altri viaggi”.
A teatro, poi, i due comici di Reggio Calabria, Battaglia e Miseferi,( passati da programmi e spettacoli di Pingitore a trasmissioni come "Quelli che il calcio") si dedicano ad una riscoperta della tradizione con le favole antiche raccolte e raccontate in “C’ero due volte”.
E’ triste dirlo ma io credo che se non fosse per i Bronzi di Riace molti si dimenticherebbero che esiste arte in Calabria! A tal proposito voglio citare il museo Marca di Catanzaro, un realtà nuova e interessante, un museo di arte moderna degno di nota. Ultimamente ha ospitato la mostra Community sull’evoluzione del concetto di comunità nell’era globale.
Probabilmente coloro che hanno visto ( me compresa) l’ultimo film di Antonio Albanese “Qualunquemente” si sono fatti un’idea completamente diversa della regione. Ma non dimentichiamo che Cetto La Qualunque rappresenta il politico medio italiano e non solo calabrese ,anche se accompagnato da note di folklore locale e che c’è sempre l’altro lato della medaglia bisogna solo avere l’accortezza di girarla.