Bologna, Smell Festival dell'olfatto 2013. |
Da qualche giorno si è conclusa a Bologna la IV edizione di Smell Festival dell’olfatto, il festival interamente dedicato allo studio e all’esplorazione di profumi e odori, alla profumeria di nicchia e alla presentazione di novità nel settore. Come gli altri anni non sono mancate installazioni fotografiche, laboratori sensoriali per adulti e bambini, workshop e olfazioni guidate. Dal 21 al 26 maggio una serie di incontri sono stati dislocati per la città di Bologna per il “Round smell Festival". Ogni città ha un suo odore che può e deve essere esplorato. Questa edizione ha voluto anche dare voce “all’effimero” ( e i profumi, essendo sostanze volatili non possono che essere effimeri ) e alla sua capacità di evocare e di richiamare alla memoria un fatto, un momento, un’immagine del passato che in molti definiscono “effetto Proust”.
Questo lato dell’effimero ne rappresenta il suo stesso paradosso: volatile e allo stesso tempo permanente così come può esserlo un ricordo……succede un po’ quello che avviene nella nostra mente quando si compie quello che in psicologia cognitiva viene chiamato effetto priming e cioè quando una parola può far scattare una determinata risposta più o meno attinente, un comportamento, un’altra parola perché è in corso un’associazione mentale a volte inconsapevole. Ok….a questo punto mi fermo qui con le curiosità riguardo a questo aspetto dei profumi e dell’effimero….(non voglio fare la saputella di turno…) e vi racconto un po’ degli incontri seguiti in questi giorni. Il programma è stato molto ricco e anche quest’anno ho dovuto scegliere per argomento passando dall’intervento sugli oli essenziali a quello sulla profumeria del futuro.
Marco Valussi - fitoterapeuta. |
Per quanto i due interventi possano rappresentare a livello superficiale il passato, quindi la tradizione, e il futuro in realtà il punto d’incontro c’è: lo scopo di entrambi i contributi era quello di informare sui benefici e quindi sull’attività terapeutica che alcuni profumi, oli, piante possono avere.
Il fitoterapeuta Marco Valussi , autore del “Grande manuale di Aromaterapia”, ha spiegato che l’utilizzo olfattivo degli oli è multiforme e non standardizzabile: gli oli possono avere degli effetti soggettivi e, anche se possono essere utilizzati addirittura in casi di ansia e depressione, è necessario un certo controllo perché ciò che può aiutare una persona può evocare sensazioni spiacevoli ad un’altra. Un odore, un profumo può essere collegato sia ad una esperienza positiva sia negativa e l’onestà del relatore sta proprio nel non presentare la fitoterapia come “la panacea di tutti i mali” e nel dire che gli oli, pur avendo un uso molto antico, servono di accompagnamento a delle terapie mediche. Spesso parlando delle proprietà terapeutiche di una pianta si generalizza pensando che essa possa conservarle in tutte le sue forme ma Valussi fa l’esempio del timo, pianta aromatica usata in cucina, pianta medicinale con potere antinfiammatorio il cui olio invece non lo é. Ci si chiede se gli oli siano puri o meno ma pare che a volte il puro non sia vendibile e non sia sempre allo stato liquido.
Jenny Tillotson, Central Saint Martin school of art - London. |
Oltrepassando la “porta del tempo” Jenny Tillotson ricercatrice della Central Saint Martin school of art di Londra e dell’istituto di Biotecnologie di Cambridge esplora il futuro della profumeria orientandosi verso lo Scentsory Design e cioè verso tecnologie indossabili. Traendo ispirazione dal personaggio di “Q” di Star Trek che indossa abiti che possono migliorare l’umore e da “Brave New World” di Adolf Huxley e dall’organo profumato che viene suonato, la Tillotson mira alla creazione di profumazioni personali dalle quali trarre beneficio che non interferiscono con l’ambiente circostante perché non invasivi, green e con dosaggi bassi. eScent è la tecnologia brevettata basata su un sistema che eroga in base all’umore e alle sensazioni.
Jenny Tillotson. |
I suoi progetti – visioni parlano di borse che rilasciano aromi, di cartucce di profumo solido da inserire in gioielli, in abiti, nell’I Pod fino ad arrivare alla realizzazione di un microchip da inserire in capi di abbigliamento, in accessori dotati di aromi personalizzati. Potrebbero essere sviluppate applicazioni per i social network, ad esempio per facebook dove” Like” ha un profumo, e bisogna dire che una tecnologia per I phone esiste già. Si potrebbe pensare anche ad erogazioni di feromoni durante l’individuazione di un partner. Non tutto ciò di cui stiamo parlando deve essere considerato come fantascientifico dato che in questo settore la ricerca corre molto velocemente basandosi su tecnologie di Affecting Computing technology e Galvanic Skin. Esistono già molti brevetti, da testare un progetto in collaborazione con Avent per usare le profumazioni per il benessere di mamme e bebé e per North Face zaini che emettono menta in grado di migliorare le performance dei corridori.
A riprova del fatto che non si parla solo di futuro la stilista Giada Curti per la primavera estate ha fatto sfilare abiti con stampe floreali fatti con tessuti imbevuti in acqua di rose perché come diceva il poeta Pierre Louys “ Niente al mondo è divino come il profumo delle rose di notte”.
Arrivederci all’anno prossimo con Smell Festival.